Chiesa di San Giovanni Battista

Collocata nell’antico borgo di Fallo, la chiesa gioca un ruolo cruciale nella vita religiosa e culturale del paese, rappresentando un legame tra l’identità storica medievale e il patrimonio artistico moderno.

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Descrizione

Chiesa

La chiesa di San Giovanni Battista presenta una pianta longitudinale ad aula unica.

La facciata, realizzata con materiale lapideo locale e caratterizzata alla base dalla presenza di uno zoccolo in pietra, è a capanna con timpano intonacato e croce alla sommità.

Il portale di accesso ligneo è inquadrato da una struttura trilitica semplice sormontata anch’essa da un timpano.

È presente, a circa 2/3 dell’altezza dell’edifico, un’apertura circolare di piccole dimensioni.

A destra della struttura si erge un campanile a pianta quadrangolare, sempre in pietra locale; nella parte sommitale vi sono quattro aperture ad arco a tutto sesto attraverso le quali è possibile osservare le campane.

All’interno, la parete di controfacciata è caratterizzata dalla presenza di uno spazio rialzato aperto sulla navata e accessibile tramite delle scale nascoste dietro una piccola porta lignea.

Al fianco dell’apertura circolare, vista in facciata, si trovano due nicchie dipinte che contengono rispettivamente San Pietro, con le chiavi del paradiso, e San Paolo con un bastone e un piccolo ramo di olivo.

Ai lati esterni delle nicchie vi sono due pannelli dipinti che riportano delle informazioni riguardanti la decorazione della chiesa: nel 1939 il pittore Napoleoni Cesare la abbellì con varie pitture; successivamente, nel 2000, Antonio Iannucci ridiede loro lustro.

Ai lati della navata sono collocate otto nicchie in spessore di muro. Le quattro centrali presentano altari ognuno caratterizzato dalla presenza di statue di santi e della Vergine. Collocato alla base di uno di questi vi è una statua rappresentante il Cristo deposto, con corona di spine e sudario.

Le due nicchie adiacenti all’altare principale, precedute da un piccolo arco trionfale nei pennacchi del quale sono raffigurati due angeli annuncianti, hanno un’ampiezza maggiore delle precedenti e sono caratterizzate dalla presenza di due statue: San Giovanni Battista, titolare della chiesa, a destra, e San Rocco a sinistra.

Al di sopra, ai lati di due finestre rettangolari, sono raffigurati i quattro Evangelisti con i loro simboli e un cartiglio che ne riporta il nome.

La piccola volta ellittica contiene la rappresentazione della colomba dello Spirito Santo con raggi ed altri elementi dorati.

La parte superiore delle pareti lungo la navata è caratterizzata dalla presenza di figure alate, ognuna delle quali identificata da una parola in latino. Sulla sinistra troviamo Fides, Caritas, Castitas, Preces e Providentia, mentre sulla destra vi sono Iustitia, Spes, Bonitas, Amor Dei e infine Pax.

Le ultime due figure prima della controfacciata sono accompagnate invece da una frase molto simile, a sinistra “Laudate eum in chordis et organo” mentre a destra “Laudate eum in chordis”.

Il soffitto della zona laica presenta tre scene sacre dipinte all’interno di cornici in rilievo.

Il pavimento della navata è in marmo chiaro con delimitazioni in marmo verde che racchiudono le zone dei banchi e accompagnano lo sguardo fino alla zona presbiteriale. Quest’ultima è rialzata da due gradini e presenta una calotta absidale con decorazioni pittoriche che raffigurano angeli in volo con Dio Padre al vertice, avvolto da una luce divina.

Il tabernacolo è collocato in una struttura imponente in marmi policromi sulla cui sommità si trova una pala d’altare inserita in una struttura che richiama le forme antiche del tempio con decorazioni e dettagli dorati.

La tela (180 cm x 262 cm) raffigura la Vergine incoronata da angeli con a lato San Nicola di Bari e San Giovanni Battista. Alla base del trono sul quale è seduta la Madonna è rappresentato uno stemma araldico che, secondo alcuni studi, è riconducibile alla famiglia lucchese dei Busdraghi che per decenni detenne la signoria di Fallo in epoca moderna.

Tra le varie ipotesi attributive riguardanti l’opera ne ricordiamo una che asserisce che la tela fu realizzata da un seguace della scuola toscana di Baccio della Porta (1472-1517), detto Fra’ Bartolomeo ed un’altra che invece sostiene che fu realizzata da un tardo seguace di Raffaello e ne colloca la datazione alla fine del XVI secolo.

Infine, alcuni studiosi hanno anticipato la sua realizzazione ai primi quarant’anni del XVI secolo, altri invece la collocano all’inizio del XVII secolo.

Modalità di accesso

Non sono presenti barriere architettoniche per l'accesso.

Indirizzo

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